Esistono diversi livelli di pace. Il primo corrisponde ad una assenza di problemi, assenza di difficoltà, assenza ad esempio di
guerra. La pace tra i popoli, ad esempio. La pace che tante volte hanno firmato
i governi, i capi, era la fine di una guerra, quindi “un periodo di pace con
un’assenza di guerra”. Ma questo concetto di “assenza” non è solo per
quanto
riguarda la guerra.
Pensate alla pace sociale: vuol dire che non ci son cortei, non ci son
conflitti, non ci son pasticci per le strade, assenza di pasticci e di problemi
per le strade.
Un argomento un po’ delicato è la pace politica. In politica dovrebbe
esserci appunto un’assenza di conflitti, un’assenza di scontri almeno a un
certo livello, un’assenza di contrasti.
Ma quella della pace non è solo un’idea di
assenza a questi livelli esterni. Anche ai livelli più superficiali dell’uomo
c’è questa idea di pace; ad esempio, il livello più superficiale è il corpo.
Quand’è che il corpo è in pace? Quando non sente dei problemi, delle
difficoltà, dei bisogni! Se uno ha mangiato, ha bevuto, ha dormito, è in pace,
il suo corpo è in pace. Se uno invece ha qualcosa che non va fisicamente, ecco
che il corpo non è in pace.
Anche a livello del corpo noi possiamo capire
cosa vuol dire pace come assenza di problemi, assenza di qualcosa di
spiacevole. Dal momento che mancano elementi spiacevoli, c’è questa sensazione
di pace che si gusta. Ma è proprio solo un po’ a livello superficiale del
corpo.
(dalla relazione “La pace: benessere dentro di sé” svolta dal prof. Ezio Risatti presso l’Associazione di volontariato Chicercatrova onlus - Torino)
(dalla relazione “La pace: benessere dentro di sé” svolta dal prof. Ezio Risatti presso l’Associazione di volontariato Chicercatrova onlus - Torino)
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